Torremaggiore
Torremaggiore: storia, fede e
identità nel cuore del Tavoliere
Torremaggiore
è un’antica cittadina della Puglia settentrionale, situata nel cuore dell’Alto
Tavoliere delle Puglie. Le sue radici affondano nella storia millenaria di due
borghi medievali ormai scomparsi: Fiorentino e Dragonara.
Fiorentino, borgo bizantino rifondato dal catapano Basilio Boioannes intorno al
1018, è oggi ricordato per aver accolto l’imperatore Federico II di Svevia,
che vi morì nella sua domus nel dicembre del 1250. I ruderi di questo sito
storico si trovano a circa dieci chilometri dall’attuale centro abitato, lungo
la strada provinciale San Severo–Castelnuovo della Daunia.
Nel 1255,
Fiorentino fu distrutto dalle truppe pontificie di papa Alessandro IV, nemiche
della dinastia sveva. Stessa sorte toccò a Dragonara, insediamento medievale di
cui oggi resta solo un castello adibito ad uso agricolo. Gli abitanti di
entrambi i borghi, in fuga dalla violenza, trovarono rifugio presso il Monastero
benedettino di San Pietro in Terra Maggiore, sotto la guida dell’abate Leone,
che con spirito di carità e accoglienza permise loro di fondare un nuovo
insediamento. Questo nuovo borgo, che nel Seicento sarà indicato con il nome di
Codacchio, sorse all’ombra della torre normanno-sveva che ancora oggi
costituisce il nucleo più antico del Castello Ducale, simbolo
identitario della città.
La nascita
di Torremaggiore è dunque frutto di una fusione di storie, popoli e culture. Il
suo nome attuale, molto probabilmente, trae origine proprio da quella torre che
dominava il territorio e che ha custodito nel tempo la memoria di chi ha
abitato queste terre.
Per oltre
cinque secoli, Torremaggiore è stata feudo della nobile famiglia de Sangro,
principi di San Severo e duchi di Torremaggiore. La città ha attraversato anche
momenti drammatici, come il terribile terremoto del 30 luglio 1627, che
distrusse gran parte dell’Alto Tavoliere, radendo al suolo anche gran parte
dell’abitato. Durante il periodo del brigantaggio, il 17 marzo 1862, nei pressi
della città, si consumò uno degli scontri più duri tra l’esercito regio e
l’armata di Carmine Crocco, celebre capobrigante lucano: persero la vita
21 militari, tra cui il capitano Francesco Richard.
Più
recentemente, il 6 dicembre 1990, la cronaca nera portò il nome di
Torremaggiore su tutte le testate nazionali: all’interno del municipio furono
assassinati l’assessore Lucio Palma e il segretario comunale Antonio
Piacquaddio, cui è stato poi dedicato uno dei principali luoghi verdi della
città, oggi noto come Parco Baden-Powell, ex piazzale della Pineta Comunale.
Devozione popolare: San Sabino e Maria Santissima
della Fontana
Torremaggiore
è una città profondamente religiosa, in cui la fede si esprime con forza nelle
sue due feste patronali principali: San Sabino Vescovo e Maria
Santissima della Fontana.
La festa
di San Sabino, vescovo di Canosa e patrono principale della città, si
celebra con solennità liturgica e tradizione civile. Il culto verso San Sabino
è radicato da secoli nel cuore dei torremaggioresi, che lo invocano come
protettore e intercessore, custode spirituale della comunità.
Ma è
soprattutto la festa di Maria Santissima della Fontana, celebrata il
primo martedi dopo Pasqua, a rappresentare il vertice della devozione
popolare. Un evento che coinvolge l’intero paese e i tanti emigrati che tornano
per l’occasione, tra processioni, luminarie, concerti bandistici e celebrazioni
eucaristiche. La statua della Madonna, custodita nel Santuario a lei dedicato,
viene portata in processione con grande partecipazione e commozione. È il
momento in cui Torremaggiore rinnova il suo atto d’amore alla Madre celeste,
che da secoli veglia sulla città.
Una città tra memoria, fede e futuro
Oggi
Torremaggiore è una cittadina che guarda al futuro senza dimenticare le proprie
origini. La sua storia è testimoniata dalle antiche mura, dalle tradizioni
religiose, dai racconti tramandati di generazione in generazione. Gemellata con
Villafalletto (Cn), Buffalo (USA – NY) e Canosa di Puglia,
Torremaggiore continua a coltivare i suoi legami con la storia e con il mondo,
rimanendo fedele alla sua anima: una comunità viva, fiera, devota e
accogliente, che si racconta ogni giorno nelle sue strade, nelle sue chiese e
nel cuore della sua gente.
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