La Diocesi in preghiera per Papa Francesco: un grazie dal cuore di tutti noi

 





«Grazie, papa Francesco». È il sentimento che ha attraversato, con intensità e commozione, la celebrazione diocesana promossa per ricordare e pregare per l’anima del Santo Padre, recentemente tornato alla Casa del Padre. Un momento di comunione, di fede e di gratitudine che ha coinvolto l’intera comunità, riunita in spirito per onorare i dodici anni di pontificato di un Papa che ha saputo farsi prossimo, con umiltà, a ogni cuore.

Nel raccoglimento della preghiera, la Chiesa diocesana ha espresso un bisogno profondo: quello di affidare all’eternità l’anima di un padre e fratello nella fede, consapevole che la comunione nello Spirito non conosce barriere di tempo o di spazio. «La cura delle anime va oltre la morte», è stato ricordato, «e le nostre orazioni, se sincere, contribuiscono misticamente a unire l’intero corpo di Cristo, ieri e oggi, verso la gloria del cielo».

Non è stato il momento del bilancio, né del giudizio. È stato, piuttosto, lo sguardo rivolto all’eternità. Quell’«oceano senza confini» che i Padri definivano nostalgia del cielo, bussola silenziosa per ogni cristiano in cammino. In questo orizzonte, la figura di papa Francesco è stata contemplata come esempio di piccolezza evangelica, di forza gentile, di profezia incarnata.

Un pastore che ha amato, accolto, creduto

Francesco ha vissuto con intensità il suo servizio, sempre sorretto dalla misericordia divina. Lo ha fatto con umiltà disarmante, chiedendo a tutti, con quel «per favore» semplice e profondo, un ricordo nella preghiera. Lo ha fatto camminando tra la gente, riconoscendo il volto del Padre nei poveri, nei dimenticati, in coloro che per il mondo non avevano valore.

«Era stanco, papa Francesco… ma non di esserci», è stato detto con voce commossa. Stanco delle guerre, delle ingiustizie, della freddezza nella Chiesa, ma mai stanco di gridare speranza, di dare voce agli ultimi, di affidarsi alla Vergine Maria. Fino alla fine, fino a quell’ultimo gesto d’amore: attraversare la piazza per benedire ancora una volta i suoi fedeli.

Un’eredità di misericordia

Nel ricordo, la preghiera è diventata invocazione: «Prega per noi, papa Francesco», perché la Chiesa riscopra la sua vocazione a dare il ristoro vero, quello di Cristo, a quanti incontra. Perché nessuno si accontenti di ristori effimeri, ma aneli a quello definitivo, promesso dal Signore.

Con lo stile che ha contraddistinto il suo pontificato – più con i gesti che con i discorsi – Francesco ci ha lasciato una testimonianza viva dell’abbraccio eterno di Dio. E ci ha insegnato che l’incontro con il Signore si anticipa sulla terra, ogni volta che tendiamo la mano a chi ha fame, sete, bisogno.

Grazie, papa Francesco. La tua voce resta nel cuore della Chiesa.



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