Pasqua a Casa: Il Ritorno dei Figli Fuori Sede e il Calore di una Tavola che Profuma di Tradizione
C’è un momento dell’anno in cui le case di Torremaggiore si
riempiono di nuovo di voci, di risate, di abbracci che aspettavano da mesi di
essere dati. Pasqua è il ritorno a casa, è l’attesa dei figli che vivono
lontano, che hanno lasciato il paese per studiare o lavorare, ma che in queste
giornate ritrovano il loro posto, il loro passato, il loro amore più grande: la
famiglia.
La stazione diventa il primo abbraccio, la valigia ancora
chiusa viene lasciata all’ingresso, perché c’è un solo pensiero: entrare in
cucina e trovare mamma e nonna indaffarate, con il grembiule macchiato di
farina e il profumo della pizza con la ricotta che esce dal forno. Sul tavolo,
i taralli con il naspro, quelli che la nonna prepara da sempre con la stessa
ricetta, con le mani sapienti e i gesti precisi. “Assaggia, dimmi se sono buoni
come quelli di quando eri piccolo” – ed è un sapore che sa di casa, di ricordi,
di infanzia.
La Tavola della Pasqua: Un Luogo di Ritorno e di Amore
La domenica mattina, quando tutti si svegliano con calma, la
tavola è già pronta. Una tovaglia bianca, il servizio delle grandi occasioni,
un ramoscello d’ulivo al centro e il profumo dell’agnello con i cardoncelli che
cuoce lentamente, avvolgendo tutta la casa con il suo aroma inconfondibile.
Mamma e nonna girano tra i fornelli, papà dà gli ultimi
tocchi alla brace, mentre i figli, ancora assonnati, entrano in cucina in cerca
di un pezzo di pane da intingere nel sugo. “Aspetta, che ancora non è pronto!”
– ma non c’è attesa che tenga, perché il rito del “pane intinto” è una
tradizione che nessuno può fermare.
Il pranzo di Pasqua non è solo un pasto: è un rito, un
momento che si aspetta per tutto l’anno. Si comincia con gli antipasti
abbondanti, poi i primi piatti ricchi, e infine l’agnello, cucinato come solo
in famiglia si sa fare. Intorno alla tavola, i racconti di chi è tornato, le
domande curiose dei nonni, i piccoli che corrono tra le sedie, e quel calore
che non si può spiegare, ma solo vivere.
I Sapori di Casa: Il Dolce della Festa e la Magia delle Uova
di Pasqua
Dopo il pranzo, arriva il momento più atteso: le uova di
Pasqua. I più piccoli rompono il guscio con entusiasmo, cercando la sorpresa,
mentre gli adulti spezzano il cioccolato con le mani e lo accompagnano con il
caffè. In un angolo del tavolo, i taralli glassati con il naspro, quelli che la
nonna ha preparato il giorno prima, ancora profumati di zucchero e limone e non
può mancare la famosa “ pizza con la
ricotta”
Ma c’è una tradizione speciale che a Torremaggiore si
tramanda da generazioni: la carta delle uova di Pasqua non si butta via. Si
conserva con cura, perché il martedì successivo alla Pasqua passerà la
processione della Madonna della Fontana, e dai balconi verranno lanciate le
carte colorate per omaggiarla. Un gesto semplice, ma pieno di significato: un
tributo alla Madonna e un segno di fede che riempie di emozione le strade del
paese.
L’Aria della Festa: Pasqua è Solo l’Inizio
Dopo il pranzo, Torremaggiore si muove verso la Piazza
Incoronazione. È un rito non scritto, ma che tutti conoscono: andare a fare due
passi e cominciare ad assaporare l’aria della festa della Madonna della
Fontana. Perché Pasqua è solo l’inizio. Dal lunedì di Pasquetta fino al giovedì
sera, il paese si riempie di luci, bancarelle, suoni di banda, fuochi
d’artificio.
Si respira un’atmosfera che sa di tradizione, di
appartenenza, di radici profonde. Per chi è tornato a casa, ogni passo per le
vie del paese è un tuffo nei ricordi: le giostre, la gente che si saluta, le
luminarie che si accendono al tramonto.
E così, Pasqua diventa il primo passo di un viaggio che dura
tutta la settimana, fino al mercoledì sera, quando la Madonna della Fontana fa
il suo ultimo giro tra le strade del paese e tutti, anche chi ripartirà il
giorno dopo, si fermano un attimo a guardarla, a fare un ultimo saluto.
Perché Torremaggiore, a Pasqua, non è solo un luogo, ma un
sentimento che non si spegne mai.
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