Là dove il gioco diventa amore: il CSI e la Scuola Maria SS. della Fontana insieme per crescere

 





C’è un tempo per correre, un tempo per parlare, e un tempo – meraviglioso e delicato – in cui il corpo impara a raccontare ciò che le parole ancora non sanno dire.
È il tempo della psicomotricità, ed è il tempo che hanno vissuto, lungo l’intero anno educativo, i bambini della Scuola dell’Infanzia Maria Santissima della Fontana, realtà fondata dal cuore grande di Don Francesco Maria Vassallo, sacerdote e pedagogo che ha seminato a Torremaggiore una visione dell’infanzia fatta di rispetto, amore e speranza.

Il progetto, iniziato a ottobre 2024, si è concluso sabato 24 maggio 2025 con un saggio finale presso l’oratorio “San Domenico Savio”. Ma più che una fine, è stato un momento di sintesi, la celebrazione di un percorso fatto di emozioni, piccoli traguardi e grandi gesti condivisi.

Protagonisti assoluti i bambini, ma non da soli: al loro fianco, in una dimensione relazionale viva e concreta, i genitori. Perché questa psicomotricità non è solo attività fisica, ma è un viaggio a due voci, un'esperienza interattiva che permette di riscoprire il linguaggio del corpo come forma primordiale di comunicazione, come veicolo di fiducia e di ascolto reciproco.

A guidare tutto con competenza e straordinaria umanità è stato Mister Raffaele Orsi, che ha saputo coniugare rigore e leggerezza, attenzione e gioco, offrendo ai più piccoli un contesto protetto e stimolante. Accanto a lui, le insegnanti della scuola, capaci di affiancare il percorso con dedizione e cura quotidiana.

Nel giorno del saggio, lo stupore si è mescolato alla gioia: genitori e figli hanno condiviso uno spazio e un tempo speciali, dove la parola d’ordine era “esserci”, nel gesto semplice di un salto fatto insieme, in un sorriso che spezza l’abitudine, in uno sguardo che dice “ti vedo, sono con te”.

E così, nella palestra di un oratorio che da sempre accoglie sogni e passi incerti, si è celebrato molto più di un saggio sportivo: si è celebrato il senso pieno dell’educazione integrale, quella che unisce mente, corpo e cuore, e che cresce solo se c’è alleanza tra scuola, famiglia e territorio.

In un tempo in cui tutto sembra frammentato e distante, esperienze come questa ci ricordano che c’è ancora uno spazio dove si può costruire qualcosa di vero. Basta avere il coraggio di scendere in campo.

E forse, un giorno, questi bambini dimenticheranno i percorsi e i cerchi colorati...
ma non dimenticheranno mai la mano di mamma o papà stretta alla loro,
mentre imparavano a diventare grandi.






















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