L’Isola che non c’è” e il CSI Torremaggiore: nel campo dell’oratorio il gioco si fa carezza d’amore
Certe giornate restano nel cuore come fotografie vive, scolpite nella memoria di chi sa ancora meravigliarsi. Così è stato oggi, al campo di calcio a 5 dell’oratorio San Domenico Savio di Torremaggiore, dove i bambini della scuola dell’infanzia “L’Isola che non c’è” hanno regalato emozioni a cielo aperto, in occasione della Giornata Internazionale del Gioco.
Un saggio di attività motoria, sì — ma sarebbe riduttivo chiamarlo solo così. È stato un concerto di sorrisi, un’esplosione di tenerezza e verità. Con la guida sapiente e premurosa del dott. Matteo Cakoni, e con il supporto del CSI Torremaggiore, i piccoli hanno trasformato ogni esercizio in un messaggio d’amore, ogni corsa in un abbraccio, ogni salto in un “ce la posso fare”.
Attorno a loro, non solo i genitori e i nonni, ma anche occhi silenziosi e profondi, colmi di orgoglio e commozione: quelli delle insegnanti. È stato grazie al loro sguardo attento, alla loro sensibilità educativa e alla loro tenace volontà se questo progetto ha preso vita. Partito a ottobre, il percorso motorio si è snodato per mesi con dedizione, pazienza e tanta cura. Ieri si è concluso, ma il frutto di questo cammino è fiorito oggi, in un campo trasformato in palcoscenico d’amore.
Le maestre non hanno solo “voluto” questo progetto. Lo hanno nutrito, custodito, abitato ogni giorno con il cuore. Perché sapevano che il gioco non è tempo perso, ma tempo che costruisce. Tempo che educa, che unisce, che fa crescere.
C’erano bambini che correvano come piccoli uccellini lanciati verso il cielo, altri che si fermavano un attimo a cercare lo sguardo della mamma. E poi le cadute — sì, perché il gioco insegna anche questo — ma seguite sempre da risate e mani che aiutano a rialzarsi. La vita, in fondo, comincia proprio così.
L’oratorio San Domenico Savio, ancora una volta, si è fatto casa accogliente per chi crede nei valori autentici: educare con amore, crescere insieme, seminare futuro. Il CSI Torremaggiore ha accompagnato questo momento come sa fare da sempre: con stile, presenza, cuore.
A fine giornata, il campo si è svuotato… ma è rimasta una luce. La luce di chi sa che il gioco non è solo divertimento, ma una promessa: quella che ogni bambino porta con sé, di un mondo più bello, più vero, più umano.
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