Santa Chiara d’Assisi, vergine francescana e patrona delle telecomunicazioni
Santa Chiara d’Assisi nasce in una famiglia nobile e ricca, gli Offreduccio di Assisi. Fin da adolescente, seguiva con interesse la vita del giovane Francesco, che aveva scelto di rinunciare a ogni ricchezza per abbracciare una vita di povertà e semplicità. A soli diciotto anni, nella notte della Domenica delle Palme, Chiara lasciò la casa paterna per unirsi al piccolo gruppo dei frati minori alla Porziuncola. Qui, Francesco le tagliò i capelli con il rito della tonsura e lei pronunciò i tre voti di obbedienza, povertà e castità.
La famiglia di Chiara tentò più volte di riportarla a casa, ma senza successo. Francesco le affidò come dimora il povero convento di San Damiano, dove furono raggiunte dalle sorelle Agnese e Beatrice, dalla madre Ortolana e da altre donne. Chiara volle creare una comunità di donne, le “Povere Dame” – note poi come Clarisse – che vivessero immerse nella preghiera, nel lavoro e nella povertà radicale, affidandosi solo alla provvidenza e al sostegno dei frati minori.
Francesco le scrisse una Regola incentrata sulla povertà, che Chiara difese e difese con forza per tutta la vita, ottenendo infine l’approvazione papale poco prima della sua morte. Santa Chiara fu una figura di grande spiritualità francescana, nota per la sua fermezza, dolcezza e carità, sempre vicina alle compagne e a chi aveva bisogno.
Ma Santa Chiara è conosciuta anche per un miracolo speciale, che oggi le ha valso il titolo di patrona delle telecomunicazioni. La notte di Natale, mentre era malata e confinata nel suo convento, visse la celebrazione della messa in chiesa come se fosse davvero presente, grazie a una visione soprannaturale. Questo evento fu interpretato come un segno divino, un primo esempio di comunicazione a distanza, simile a quella che oggi conosciamo con la televisione e altri mezzi moderni.
Nel 1958, papa Pio XII affidò a Santa Chiara la protezione della televisione e delle telecomunicazioni, strumenti potenti che possono portare grandi benefici ma anche causare danni se usati male. Affidandole questo ruolo, si chiede la sua intercessione perché questi mezzi siano sempre utilizzati per unire le persone, diffondere valori positivi e avvicinare alla fede.
A Torremaggiore, piccolo paese che ama la sua storia e le sue tradizioni, ricordare Santa Chiara significa anche riconoscere il valore di una comunicazione sincera, guidata dallo spirito e dalla verità, che sa unire passato e presente.
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