“Torremaggiore, dove la storia respira ancora”

 




Torremaggiore, scrigno di storia e cuore di tradizione

C’è un luogo, nel cuore del Tavoliere, dove ogni pietra racconta una storia, ogni vicolo custodisce memorie, e ogni tramonto sussurra il nome di chi ci ha preceduto: questo luogo è Torremaggiore, città della Capitanata, a nord di Foggia, erede fiera di una storia millenaria e di una cultura contadina, nobile e devota.

17.000 anime, ma un solo spirito: quello della laboriosità, della fede, dell’orgoglio. Una comunità che ha saputo rinascere da terremoti e invasioni, da saccheggi e battaglie, mantenendo intatta la propria identità, come un albero che affonda le radici nel tempo e si protende verso il futuro.

Sotto il cielo di Federico II

Pochi sanno che proprio qui, a Castel Fiorentino, l’imperatore Federico II di Svevia trascorse i suoi ultimi giorni. Morente, dettò il suo testamento universale, tra i più significativi documenti della storia medievale europea. Oggi, tra i resti della Domus imperiale, camminiamo su terra sacra, dove lo Stato e la Chiesa, il sapere e il potere si sono incrociati per dare vita a pagine indelebili del nostro passato.

Un passato che affonda le sue radici nell’anno Mille, quando la zona era feudo dell’Abbazia di San Pietro. È da lì che parte il cammino di un villaggio chiamato Terra Maggiore, che nel tempo sarebbe divenuto Torremaggiore.

Torremaggiore e la sua gente

I torremaggioresi sono figli della pazienza e del sacrificio. Lavoratori infaticabili, custodi di una tradizione agricola nobile, che ha fatto dell’olio extravergine di oliva, del grano e del vino le sue ricchezze. Non è un caso se proprio questa città è conosciuta e apprezzata per la qualità dei suoi prodotti, oggi esportati anche all’estero.

Torremaggiore è anche terra di santi, di contadini, di artigiani, di poeti. Una città che ha conosciuto la croce della peste, i drammi del brigantaggio, l’emigrazione dei suoi figli negli anni ’50 e ’60, ma non ha mai perso la fierezza del suo incedere.

Il futuro passa dalle radici

Dal 2007, grazie al Parco Archeologico di Fiorentino, la città si è riappropriata di un passato prezioso. Ogni anno, nuovi visitatori scoprono con stupore l’importanza storica di questi luoghi. Ma più ancora dei reperti, è la gente di Torremaggiore a raccontare la vera storia: nei gesti semplici, nei volti segnati dal sole, nella fede profonda e sincera che anima processioni, feste patronali e giornate ordinarie.

In un mondo che cambia troppo in fretta, Torremaggiore resta. E proprio per questo emoziona. Perché ci ricorda da dove veniamo e ci indica, con umiltà e dignità, dove potremmo andare.


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