Alla Parrocchia Santuario della Fontana, Francesco parla ancora al cuore della città
Il 3 ottobre Torremaggiore rivive il Transito di San Francesco nella Chiesa Giubilare di Maria SS. della Fontana, tra preghiera, canti e comunità.
Ci sono date che non hanno bisogno di essere segnate sul calendario. Restano scritte nel cuore, come un appuntamento che nessuno dimentica.
Il 3 ottobre è una di queste: la sera in cui la Chiesa rivive il Transito di San Francesco d’Assisi, l’ultimo respiro del Santo che diventa il primo annuncio di speranza.
A Torremaggiore, nella Parrocchia Santuario – Chiesa Giubilare di Maria Santissima della Fontana, la comunità si ritrova come attorno a un focolare che scalda ancora oggi. Perché Francesco non è un ricordo lontano: è un fratello, un uomo che ha saputo parlare all’anima di ogni tempo e che continua a ispirare la vita quotidiana.
Alle 19:00 la celebrazione della Santa Messa, seguita alle 19:45 dal rito del Transito, sarà il cuore pulsante di una serata di preghiera, di canti e di silenzio. Non una semplice rievocazione, ma un incontro che tocca la vita concreta delle persone.
Il momento, organizzato dal Gruppo Giovani e Giovanissimi di Azione Cattolica, ha il sapore delle radici che diventano futuro. Perché tra queste navate, che hanno custodito la fede di intere generazioni, Francesco continua a passare. E ogni volta che lo fa, diventa occasione per guardarsi negli occhi, per riscoprire il senso di comunità, per respirare speranza.
Tre frasi custodiscono lo spirito della serata:
✨ Francesco ha mostrato che il tramonto può diventare aurora.
✨ Torremaggiore è un paese che non dimentica la luce dei suoi santi.
✨ Nella Parrocchia Santuario – Chiesa Giubilare di Maria SS. della Fontana la speranza diventa volto giovane.
In un mondo che corre senza pause, Torremaggiore si ferma per un istante. E lo fa davanti a Francesco, per scoprire che il suo messaggio non è un ricordo da museo, ma una strada che apre sempre a un nuovo inizio.
Perché il Santo di Assisi continua a insegnarci che la vita, quando è dono, non finisce: si trasforma.



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