Il Venerabile Felice Canelli: un cuore grande che ha fatto di Dio la sua vita
Oggi, 14 ottobre, ricorre la nascita del Venerabile Servo di Dio Felice Canelli, sacerdote umile e appassionato, che ha trasformato la fede in carità concreta. Nato a San Severo nel 1880 e morto nel 1977, don Felice resta una delle figure più luminose del nostro territorio, esempio di preghiera, servizio e dedizione totale a Dio e ai fratelli.
Entrato in Seminario nel 1893 come semi-convittore perché povero, fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1903. Seguendo il carisma di San Giovanni Bosco, si dedicò con generosità ai giovani e ai più bisognosi, donando tutto se stesso per educare, accompagnare, e far sentire ogni persona amata da Dio.
Con gli ex allievi salesiani diede vita a un fervente movimento laicale, attivo in ambito educativo e sociale, illuminato dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII.
Dal 1909 fu rettore della chiesa di Sant’Antonio Abate, dove si prodigò per la gioventù povera e abbandonata. Durante la Prima Guerra Mondiale fu cappellano militare e portò conforto spirituale tra i soldati. Tornato a San Severo, fondò la sezione locale del Partito Popolare e animò la gioventù cattolica con il suo entusiasmo e il suo spirito di servizio.
Nel 1927 divenne parroco della chiesa Croce Santa, una parrocchia periferica che fece rifiorire con fede e impegno. Promosse l’Azione Cattolica, la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, le Dame della Carità, gli Scout Cattolici Italiani, e l’Opera Nazionale Maternità. Tutto ciò che faceva nasceva da una convinzione semplice ma profonda: Dio si serve delle mani di chi ama.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, fondò opere assistenziali per aiutare le famiglie colpite dai bombardamenti e dalla povertà. Anche quando fu imprigionato dal regime fascista per la sua attività pastorale, non smise di confidare nel Signore. Nel dopoguerra ricostruì la speranza, creando iniziative sociali e educative per i giovani, sempre guidato da una fede viva e concreta.
Don Felice Canelli viveva con il sorriso sulle labbra e lo sguardo rivolto al Cielo. La sua vita fu un continuo dialogo con Dio, un intreccio di contemplazione e azione, di silenzio e carità operosa. Sapeva che solo chi prega con il cuore riesce ad amare davvero.
Il suo esempio rimane oggi più che mai attuale: un invito a vivere la fede non come un sentimento, ma come un impegno quotidiano, nelle relazioni, nel lavoro, nella solidarietà.
Perché TorreInforma racconta don Felice Canelli
Il blog TorreInforma, pur radicato a Torremaggiore, guarda con affetto e riconoscenza anche alle figure della vicina San Severo, perché Torremaggiore e San Severo appartengono alla stessa diocesi, e condividono una storia, una fede e un cammino comune.
Raccontare la vita del Venerabile Felice Canelli significa riscoprire un esempio di santità che parla anche a noi, uomini e donne di oggi, chiamati a non restare spettatori ma protagonisti del bene, lì dove la vita ci ha posti.



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