La pioggia che benedice: il Giubileo degli evangelizzatori sulle orme di don Vassallo

 

















Torremaggiore, 1° ottobre 2025.

La pioggia, attesa da mesi come oro per la nostra terra assetata, non ha fermato il cammino del Giubileo diocesano degli evangelizzatori. Anzi, ha reso la serata ancora più vera, più autentica, come se il cielo stesso volesse partecipare a questa festa dello Spirito.


Al Cenacolo San Giuseppe, gremito di volti e di cuori, il ricordo del Servo di Dio don Francesco Maria Vassallo ha tracciato il filo rosso dell’incontro. Lui che, con passo umile ma instancabile, sapeva fermarsi ai crocicchi delle strade per annunciare il Vangelo a chiunque incontrasse. Non nelle grandi piazze, non sui palchi, ma tra la gente, nelle pieghe della vita quotidiana, dove la Parola diventa vicinanza e consolazione.


Don Vassallo fu un pioniere: aveva creato una radio, “Radio Missione Cenacolista”, con mezzi semplici e cuore grande. Con quel microfono dava voce al Vangelo quando ancora la comunicazione era privilegio per pochi. E quando la radio taceva, saliva in sella alla sua bicicletta, con un megafono, e si fermava agli angoli delle strade. Annunciava che Dio è amore, senza paura, con la radicalità della povertà scelta come stile di vita. La sua predicazione non era fatta di parole soltanto, ma di gesti concreti, di un’esistenza che diventava messaggio.


Il pomeriggio si è aperto con la visita alla sua tomba e con il saluto paternamente accogliente di S.E. Mons. Giuseppe Mengoli, Vescovo di San Severo, che ha ricordato come la missionarietà non sia un optional per pochi, ma la vocazione di ogni battezzato: “Siamo inviati – ha detto – a portare la Buona Notizia in ogni luogo, come semi che non conoscono confini.”


Poi, la testimonianza di Alex Zappalà, direttore del Centro Missionario Diocesano di Concordia-Pordenone, già segretario nazionale Missio Giovani e fotoreporter missionario. Con empatia, ha raccontato la sua esperienza tra volti e storie del mondo, dove il Vangelo è luce accesa negli angoli più bui. Le sue parole hanno toccato i cuori: la missione non è geografia lontana, ma vita vicina; non è “fare cose”, ma “stare con” e raccontare con la propria esistenza che Dio è amore.


La pioggia scendeva lieve, come acqua che disseta e prepara i campi al raccolto. Così il Giubileo non è stato solo un evento da vivere, ma un seme di Vangelo da custodire e far germogliare. Un segno che proprio nei giorni difficili, quando sembra di combattere una guerra interiore o sociale, il Vangelo annuncia una pace più forte di ogni conflitto: “È finita la guerra – scrivevano i cristiani dei primi secoli – perché il Vangelo è amore che vince.”


La serata si è conclusa con la preghiera comunitaria e con la benedizione, in un silenzio carico di commozione. È stato come se la voce di don Vassallo risuonasse ancora, invitando a non avere paura di portare Dio nelle strade, nei cortili, nei mercati, negli angoli dimenticati. Perché la missione non è altro che questo: farsi prossimi, farsi dono.


E allora sì, la pioggia di ieri non è stata solo acqua: è stata promessa. Promessa che anche a Torremaggiore, sulle orme di un prete che ha saputo vivere e amare per tutti, il Vangelo continuerà a fiorire.


“La missione non ha confini: è il cuore di Dio che si fa strada tra le case degli uomini.”

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