Ottant’anni di CSI: la forza di una storia che continua. Anche Torremaggiore nel cuore arancioblu
Nel giorno di San Francesco, Patrono d’Italia, Roma si è tinta d’arancio e d’azzurro per celebrare un compleanno speciale: gli 80 anni del Centro Sportivo Italiano, la più antica associazione polisportiva d’Italia.
Una storia iniziata nel 1944 e mai interrotta, fatta di oratori, campi polverosi, sorrisi di ragazzi e allenatori che hanno scelto di educare attraverso lo sport.
La giornata, intitolata “80 anni di sport e passione”, si è svolta tra l’Auditorium Conciliazione e la Basilica di San Pietro, nel cuore della cristianità, dove migliaia di tesserati del CSI hanno condiviso una festa che è diventata anche pellegrinaggio, memoria e prospettiva.
Un cammino lungo ottant’anni
“Questo non è un traguardo, ma un dono da custodire e rilanciare”, ha detto il presidente nazionale Vittorio Bosio, aprendo la mattinata condotta dalla giornalista sportiva Federica Lodi.
Sul palco si sono alternati volti noti dello sport, delle istituzioni e del mondo ecclesiale: il Ministro Andrea Abodi, il Presidente di Azione Cattolica Giuseppe Notarstefano, il Presidente del CONI Luciano Buonfiglio, il Presidente della Fondazione Milano-Cortina Giovanni Malagò e il membro del Parlamento Europeo Stefano Bonaccini.
Ma le parole più forti sono venute dalle testimonianze dei campioni nati nel CSI, da Franco Nones a Francesco Moser, da Simone Barlaam a Sinta Vissa, fino a Barbara Fontanesi: storie che raccontano la bellezza di un’associazione che sa unire la disciplina dello sport con il calore dell’oratorio.
Dalla sala al pellegrinaggio
Nel pomeriggio, da Piazza Pia, il popolo arancioblu si è rimesso in cammino. Un lungo corteo silenzioso, colorato, orante, ha attraversato le vie che portano a San Pietro, varcando la Porta Santa nel segno del Giubileo.
Alle 17, nella maestosa Basilica, la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Nunzio Galantino ha concluso la giornata.
L’omelia è stata un invito alla speranza: “Chi educa nello sport costruisce pace. Ogni partita è un gesto di fraternità, ogni campo è un piccolo seme di Vangelo”.
Torremaggiore: un cuore arancioblu che batte forte
Mentre Roma viveva la sua grande festa, Torremaggiore respirava lo stesso spirito, con la stessa emozione.
Il legame con il Centro Sportivo Italiano, che qui è attivo dal 2006, è ormai parte dell’identità cittadina: un percorso di fede e di sport che ha trovato casa nell’oratorio  San Domenico Savio e si è espresso attraverso le due realtà locali, La Torremaggiorese e il circolo sportivo Oratorre.
Ogni allenamento, ogni incontro, ogni sorriso sui campi di casa è stato in questi giorni un modo per sentirsi uniti a quel pellegrinaggio che ha attraversato la Capitale.
Perché la vera presenza non sempre si misura con i passi, ma con il cuore che batte all’unisono con una storia più grande.
A Roma si celebravano ottant’anni di sport e passione; a Torremaggiore, nello stesso momento, si rinnovava la certezza che quei valori vivono ogni giorno, nel gioco dei bambini, nella dedizione degli educatori, nella gioia semplice di chi crede ancora nello sport come strumento di crescita e di fraternità.
Ottant’anni e non sentirli
Il CSI ha compiuto ottant’anni, ma non li dimostra.
Perché chi crede nello sport come strumento di bene, non invecchia mai.
E se è vero che lo sport educa, allora ogni pallone calciato, ogni abbraccio a fine partita, ogni sorriso dei nostri ragazzi a Torremaggiore è la più bella preghiera di ringraziamento.
“Con simili valori non si invecchia mai”, ha detto il presidente Bosio.
E noi, da Torremaggiore, possiamo solo aggiungere: ottant’anni di storia, un’eternità di futuro.
Redazione TorreInforma





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