💫 Due luci della nostra terra: don Felice Canelli e don Francesco Maria Vassallo



Nel giorno di Tutti i Santi, TorreInforma dedica un pensiero a due sacerdoti che camminano verso la santità.

Immerso nella preghiera, passava naturalmente dall’attività apostolica all’intimità con Dio.
Così visse il Venerabile don Felice Canelli, nato a San Severo il 14 ottobre 1880. Povero ma ricco di fede, entrò in Seminario nel 1893 e fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1903. Seguendo l’esempio di San Giovanni Bosco, consacrò la vita ai giovani, soprattutto ai più poveri e abbandonati. Animò la vita cristiana, educativa e sociale, fondando associazioni e movimenti che anticiparono il ruolo dei laici nel mondo contemporaneo. 
Durante la Prima guerra mondiale fu cappellano militare; poi parroco, guida spirituale e apostolo instancabile. Il suo cuore era aperto a tutti: ai ragazzi, ai poveri, alle famiglie. Nei momenti più bui del Novecento, dalla guerra al dopoguerra, seppe accendere la speranza con il sorriso e la fede profonda.

“Ho rubato a don Bosco l’amore per i giovani, a San Francesco di Sales la dolcezza, a San Francesco d’Assisi l’amore alla povertà” – amava dire.
Morì a San Severo il 23 novembre 1977, a 97 anni, lasciando un segno indelebile di santità semplice e concreta.
Dal 22 maggio 2021, per volontà di Papa Francesco, la Chiesa lo riconosce Venerabile, esempio luminoso di fede e carità.

Un altro sacerdote, un’altra luce che brilla nella Diocesi di San Severo, è il Servo di Dio don Francesco Maria Vassallo, nato a San Severo il 23 aprile 1925.
Entrò in Seminario da giovanissimo e fu ordinato sacerdote nel 1948. Uomo di preghiera e di profonda vita interiore, visse ogni ministero come dono: prefetto, vicario, direttore spirituale, parroco. Amava il silenzio, ma il suo silenzio parlava di Dio.

Negli anni Sessanta giunse a Torremaggiore, al Santuario di Maria SS. della Fontana, dove fondò il Movimento dei Cenacolisti — un’esperienza di fede viva, che univa sacerdoti, religiose e famiglie in un’unica fiamma di apostolato e fraternità.
Sotto la sua guida, la parrocchia divenne casa di preghiera, scuola di vita, luogo dove si imparava a cercare Dio nel quotidiano.
Morì il 26 gennaio 1981, lasciando dietro di sé una scia di amore e gratitudine.
Il 22 gennaio 2025, la Santa Sede ha riconosciuto la validità dell’inchiesta diocesana sulla sua vita e le sue virtù: il suo cammino verso gli altari prosegue, e il popolo di Torremaggiore lo sente già vicino come un padre.

Due sacerdoti, due vite immerse in Dio e donate agli altri.
Due fiori sbocciati nella stessa terra di Capitanata, due testimoni che ci ricordano che la santità non è lontana: è fatta di gesti quotidiani, di fedeltà silenziosa, di amore sincero.

🌿 In questa Festa di Tutti i Santi, Torremaggioreinformablogspot.com dedica a loro un pensiero riconoscente.
Perché la santità non è solo nei libri o sugli altari: è tra noi, nei volti di chi ha creduto davvero all’amore di Dio.

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