🌿 “Quando un Santo entra in un paese: la carezza di Moscati a Torremaggiore”
Torremaggiore – 16 novembre
Ci sono luoghi che custodiscono il respiro del tempo, angoli di paese in cui il passato non è mai davvero passato ma continua a parlare, piano, come fanno le cose più preziose. La Chiesa della Madonna di Loreto di Torremaggiore è uno di questi luoghi: discreta, raccolta, quasi timida nell’apparire… eppure forte come una radice che non si spezza.
In queste mura che sanno di fede vissuta, agli inizi degli anni Venti del Novecento accadde qualcosa che oggi possiamo definire soltanto così: un dono.
San Giuseppe Moscati, il “medico santo”, venne in visita proprio qui, a Torremaggiore. Non un incontro ufficiale, non un evento scritto sui registri della storia, ma uno di quei gesti che Dio affida alla memoria del popolo: semplice, silenzioso, autentico. Moscati visitò una concittadina dal Una visita breve, discreta… e per questo ancora più intensa. Perché i santi non hanno bisogno di effetti speciali: basta la loro presenza.
Immaginarlo su questi selciati, in una Torremaggiore ancora giovane e contadina, è come veder scendere un raggio di luce sul quotidiano. Moscati portava con sé l’umiltà degli uomini grandi: parlava poco, ma ascoltava molto. E in ogni persona vedeva un dolore da fasciare e un’anima da custodire.
Il suo sguardo – così dicono quelli che lo conobbero – sapeva guarire prima ancora delle sue mani.
La sua memoria liturgica ufficiale cade il 12 aprile, giorno della sua morte. Ma in diverse arcidiocesi, come quella di Napoli, Moscati viene celebrato anche il 16 novembre.
Questa data non è casuale: il 16 novembre 1930 le sue spoglie furono solennemente traslate nella Chiesa del Gesù Nuovo. Da allora, per Napoli e per molte comunità legate alla sua figura, è diventata festa propria.
Oggi, 16 novembre, ricordiamo anche la sua beatificazione, avvenuta proprio in questo giorno del 1975 per mano di San Paolo VI. E lo facciamo qui, nella nostra Torremaggiore, dove il suo passaggio discreto conserva ancora una luce speciale.
Un ricordo che profuma di passato, di case basse, di donne col fazzoletto in testa e bambini che correvano nel vicolo accanto. Un ricordo che è anche un monito: la santità non è un traguardo lontano, ma un passo possibile, quando amore e verità camminano insieme.
San Giuseppe Moscati – medico, scienziato, credente – parlava con la vita più che con le parole. Curava gratuitamente, si privava del suo per donarlo ai malati, vedeva in ogni volto il Cristo sofferente. E quando morì, il 12 aprile 1927, Napoli si consegnò a un unico sussurro: “È morto il medico santo”.
Così viveva Moscati: senza cercare applausi, lasciando tracce che non il tempo, ma l’anima custodisce.
Ed ecco perché oggi, 16 novembre, questa storia trova spazio su TorreInforma.
Non per aggiungere un frammento erudito, ma per ridare voce a un legame antico che unisce Torremaggiore a un santo che qui ha lasciato un passo, uno sguardo, un incontro.
Ricordare che Giuseppe Moscati entrò un giorno nella Chiesa della Madonna di Loreto di Torremaggiore, che parlò con una nostra concittadina, significa riconoscere che la santità cammina spesso in silenzio nelle strade dei nostri paesi.
La memoria non è nostalgia:
è riconoscere che alcune pagine del passato continuano ad accompagnarci, illuminando il presente.
Per questo TorreInforma – attento da sempre a custodire le radici e a valorizzare ciò che appartiene alla comunità – oggi racconta.
Perché ci sono storie che meritano di essere salvate dal silenzio.
E questa è una di quelle.




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