​Il Profumo del Natale a Torremaggiore: La Ricetta delle Nevole

 

​Con l’arrivo delle festività, nelle cucine di Torremaggiore torna un profumo che sa di casa, di attesa e di mani infarinate: quello del fritto dorato, del vino tiepido e degli agrumi. È l’odore delle feste, quello che annuncia un dolce immancabile sulle nostre tavole: le nevole, autentico simbolo della tradizione locale.

Questi ricami di pasta fritta non sono semplici dolci, ma piccoli scrigni di memoria. Ogni intreccio racconta la pazienza delle nonne, ogni morso riporta a pomeriggi d’inverno trascorsi accanto al camino, con il miele che sobbolliva piano e i bambini in attesa.

Oggi condividiamo con voi la ricetta tradizionale, quella tramandata oralmente e custodita nel tempo, come si faceva una volta.

Gli ingredienti della tradizione

Per ottenere nevole leggere, croccanti e profumate occorrono pochi ingredienti, semplici ma genuini:

  • 500 g di farina 00

  • 100 ml di olio extravergine d’oliva

  • 150–160 ml di vino bianco secco

  • Scorza di 1 mandarino o clementina non trattata

  • 1 cucchiaino raso di sale

  • 1 cucchiaino di zucchero

  • Un pizzico di cannella in polvere

  • Olio di semi di arachide per la frittura

Per la finitura:

  • 250–300 g di miele (meglio se locale) oppure vincotto

  • In alternativa: zucchero a velo e codette colorate

Il segreto della preparazione

Il vero segreto delle nevole sta nell’impasto e nella sfoglia sottilissima.
Il vino va appena intiepidito insieme alla scorza di mandarino: non deve bollire, ma solo sprigionare il suo profumo. È questo passaggio che rende l’impasto elastico e aromatico, come vuole la tradizione.

Su una spianatoia si dispone la farina a fontana, si aggiungono sale, zucchero, olio e il vino filtrato. L’impasto va lavorato a lungo, finché risulta liscio e sodo, quindi lasciato riposare coperto per almeno 30 minuti.

Si stende poi la sfoglia molto sottile, si ricavano delle strisce e si “pizzicano” con le dita o con una rotella dentata, arrotolandole a spirale fino a formare la classica corona.

La frittura deve avvenire in abbondante olio caldo, poche nevole per volta, girandole delicatamente finché non diventano dorate e leggere.

Ancora calde, si passano nel miele o nel vincotto tiepido. In alcune case, soprattutto per i bambini, si preferisce una spolverata di zucchero a velo e qualche codetta colorata: una variante più recente, ma ormai entrata nel ricordo di molti.

Le nevole non sono solo un dolce: sono un rito, un gesto antico che si rinnova ogni anno. Prepararle significa fermarsi, rispettare i tempi, riscoprire il valore delle cose fatte con calma.

Buona preparazione e buone feste a tutti i lettori di TorreInforma, con l’augurio che questi sapori continuino a unire le generazioni, come hanno sempre fatto.

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