La zuppetta delle feste: un sapore che unisce l’Alto Tavoliere
Ci sono piatti che arrivano prima con il profumo che con le parole.
Quando nelle cucine dell’Alto Tavoliere il pane viene abbrustolito, il brodo inizia a sobbollire lentamente e il forno resta acceso anche dopo cena, vuol dire una cosa sola: è tempo di zuppetta.
A Torremaggiore, come in tante case dei paesi vicini, la zuppetta è il piatto delle grandi occasioni, quello che non può mancare nei giorni di festa. Un piatto della tradizione contadina, nato per non sprecare nulla e per nutrire molti, capace ancora oggi di mettere tutti d’accordo a tavola.
Pane, tacchino, formaggi e brodo: ingredienti semplici, ma carichi di storia. Ogni famiglia conserva la propria versione, tramandata a voce, aggiustata nel tempo, ma sempre fedele allo stesso spirito.
Il vero rito comincia la sera prima, quando si prepara il brodo di tacchino. Nelle case, mentre si sistemano le ultime cose della Vigilia o delle feste, sul fornello resta una pentola grande, con il brodo che cuoce piano. È un profumo che sa di attesa e di casa.
La ricetta tradizionale della zuppetta delle feste
Ingredienti (per 8 persone)
-
500 g di tacchino (ali e petto sono i pezzi più indicati)
-
300 g di pane casereccio o di grano duro, meglio se di uno o due giorni, abbrustolito
-
200 g di caciocavallo (meglio se stagionato)
-
200 g di scamorza appassita
-
Parmigiano grattugiato q.b.
-
Brodo di tacchino q.b.
Per il brodo di tacchino
-
4,5 litri di acqua
-
1 cipolla bianca
-
1 carota
-
1 costa di sedano con le foglie
-
Sale grosso q.b.
Preparazione
Il brodo (da fare il giorno prima)
Si mette il tacchino in una pentola capiente con l’acqua fredda, le verdure e il sale grosso.
Si porta lentamente a bollore e si lascia cuocere a fuoco basso per almeno 2 ore, schiumando quando serve. A fine cottura il brodo va filtrato e lasciato raffreddare. Una volta freddo, si conserva in frigorifero fino al giorno dopo.
Il tacchino, una volta lessato, va spellato e tagliato a pezzi.
La zuppetta
Il pane va abbrustolito in forno o su una griglia e lasciato raffreddare.
I formaggi si tagliano a fettine sottili o a pezzetti, come si faceva una volta, senza bilance precise.
In una teglia capiente si comincia a comporre la zuppetta:
uno strato di pane, uno di tacchino, uno di formaggi, una spolverata di parmigiano.
Si continua così fino a esaurire gli ingredienti.
A questo punto si versa il brodo caldo, poco alla volta, fino a bagnare bene la preparazione, senza esagerare: la zuppetta non deve galleggiare, ma restare morbida.
Si inforna a 180°C per circa 25 minuti, finché in superficie non si forma una leggera crosticina dorata.
La zuppetta va servita calda, appena sfornata. È un piatto che non ama la fretta, né in cucina né a tavola.
È il simbolo di una tradizione che resiste, di una cucina che racconta chi siamo.
Ed è anche per questo che TorreInforma continua a dare spazio a questi sapori: perché custodire le ricette di una volta significa custodire la nostra storia.
Se durante le feste, nelle vostre case, la zuppetta arriva in tavola… allora il Natale, quello vero, è davvero cominciato.



Commenti
Posta un commento
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.