Tempo di Natale alla Parrocchia Gesù Divino Lavoratore: quando il cuore depone le armi
La comunità si raccoglie, come accade da sempre, attorno a gesti antichi: una luce accesa, una preghiera sussurrata, un canto che torna ogni anno uguale eppure sempre nuovo. È qui che la fede diventa casa.
La Vigilia di Natale, nel suo passo solenne, apre le porte alla notte più attesa.
24 dicembre – ore 23.00, la Veglia: non un semplice appuntamento, ma un attraversamento. La notte si fa grembo, l’attesa diventa promessa, e l’uomo riscopre il bisogno di inginocchiarsi davanti al Mistero.
Il giorno seguente, il Natale del Signore, non è un ricordo ma una presenza che si rinnova.
25 dicembre – ore 10.30 e ore 18.30, l’Eucaristia scandisce il tempo della gioia sobria, quella che non ha bisogno di clamore perché nasce dal cuore.
Poi arriva Santo Stefano, il primo martire, quasi a ricordare che la luce del Natale non è evasione, ma scelta concreta.
26 dicembre – ore 18.00, ancora una volta l’altare diventa punto fermo.
La Vigilia della Santa Famiglia restituisce centralità alle promesse pronunciate nel silenzio di una chiesa, davanti a Dio e agli uomini.
27 dicembre – ore 18.00, il rinnovo delle promesse matrimoniali: parole antiche, fedeli, che resistono al tempo.E poi, ore 20.00, la tombola in oratorio: semplicità vera, comunità che si riconosce, risate che sanno di casa.
La Festa della Santa Famiglia di Nazareth illumina il senso più profondo della quotidianità.
28 dicembre – ore 10.30, Eucaristia e Battesimi: la vita che ricomincia, l’acqua che parla di futuro.
L’anno si chiude con gratitudine, come insegnavano i nonni.
31 dicembre – ore 18.00, il Te Deum: dire grazie non è mai fuori moda.
E poi ore 20.30, il cenone in oratorio, perché la festa vera non esclude nessuno.
Il nuovo anno si apre sotto lo sguardo di Maria.
1 gennaio – ore 18.30, Madre di Dio e Madre nostra, custode silenziosa dei passi incerti.
Infine l’Epifania, che non porta via le feste ma svela il senso del cammino.
6 gennaio – ore 10.30 e ore 18.30, l’incontro con il Signore che si lascia trovare da chi lo cerca con cuore sincero.
È così che il Natale resta fedele a se stesso: non uno spazio da riempire, ma un tempo da abitare. Con rispetto, con lentezza, come si è sempre fatto.



Commenti
Posta un commento
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.