Un presepe di cartoncino che racconta il Natale: quando i bambini insegnano agli adulti il senso della tradizione

 




















C’è un Natale che non fa rumore, che non ha luci abbaglianti né scenografie spettacolari. È il Natale che nasce dalle mani dei bambini, dai loro colori imperfetti, dai sorrisi sinceri. È il Natale che prende forma nel piccolo presepe realizzato dai bambini della Scuola dell’Infanzia Paritaria “L’Isola che non c’è” di , in collaborazione con il blog TorreInforma.

Un presepe semplice, fatto di cartoncino, costruito passo dopo passo: prima il colore, poi il ritaglio, infine l’allestimento. Ogni personaggio porta con sé la firma unica di un bambino, ogni figura racconta una storia diversa. Non è solo un lavoro creativo, ma un vero percorso educativo, che accompagna i più piccoli a scoprire il significato autentico del Natale.

La storia del presepe: una tradizione che attraversa i secoli

Il presepe nasce nel 1223, quando , a Greccio, decide di rappresentare la Natività per rendere visibile a tutti – soprattutto ai più semplici – il mistero della nascita di Gesù. Da quel momento il presepe diventa parte della vita delle famiglie, delle scuole, delle comunità.

Non è mai stato un oggetto da esposizione, ma un racconto vivo, capace di parlare a ogni generazione. Ed è proprio questo il valore del progetto realizzato alla “Isola che non c’è”: trasmettere ai bambini una tradizione antica, rendendola attuale, concreta, vissuta.

Educare alla bellezza, alla pazienza, alla fede

In un tempo in cui tutto è immediato e spesso già pronto, costruire un presepe insegna ad aspettare, a collaborare, a prendersi cura delle cose. I bambini imparano che il Natale non è solo ricevere, ma anche costruire insieme. È un gesto semplice, ma profondamente educativo, che unisce manualità, fantasia e spiritualità.

L’appello del Papa: il presepe in ogni casa

A rafforzare il valore di questa esperienza arrivano le parole di , che in vista del Natale ha rivolto un appello chiaro e diretto:

«Tra non molti giorni sarà Natale e immagino che nelle vostre case si stia ultimando o sia già ultimato l’allestimento del presepe, suggestiva rappresentazione del Mistero della Natività di Cristo».

E ancora:

«Auspico che un elemento così importante, non solo della nostra fede, ma anche della cultura e dell’arte cristiana, continui a far parte del Natale per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi».

Parole che trovano una risposta concreta proprio nei gesti dei bambini: piccoli presepi che diventano grandi messaggi.

Un segno di speranza che parla a tutti

Il presepe di cartoncino della Scuola dell’Infanzia Paritaria “L’Isola che non c’è” non è solo un’attività scolastica. È un segno di speranza, un ponte tra passato e futuro, una tradizione che continua a vivere grazie ai più piccoli.

TorreInforma è orgogliosa di raccontare questa storia, perché ci ricorda che il Natale vero non si compra: si costruisce. Un pezzo alla volta. Insieme.

Commenti